Una numerosa serie di piante medicinali, composte in mazzi ed appese ad essiccare, rendono il soffitto un variopinto e profumato tappeto erboso



Si accede poi all'ambiente più suggestivo di tutto il museo, la stanza delle erbe. Una corposa serie di mazzi di piante medicinali appese a essiccare rendono il soffitto un variopinto e profumato tappeto erboso.

Le operazioni di raccolta delle erbe iniziavano con l'osservazione giornaliera del modo di crescere delle piante, per selezionare quelle che possedevano le migliori qualità medicinali.

Soprattutto si osservava il giusto tempo balsamico, ovvero il periodo dell’anno in cui la parte utile della pianta raggiunge il migliore contenuto in sostanze attive.

Appese in ambienti asciutti e arieggiati, al riparo dalla luce diretta del sole, le erbe venivano fatte essiccare e subivano i cambiamenti che le preparavano ad essere ridotte in prodotti medicinali. Le erbe venivano poi conservate in appositi contenitori come cesti di vimini e preziose scatole in legno, finemente decorate con cartigli riportanti il nome della pianta.

Non potevano infine mancare gli antichi strumenti per la raccolta e la lavorazione delle erbe, accanto a quelli che invece erano "strumenti verbali propiziatori": preghiere, invocazioni, riti gestuali, uniti a simpatiche credenze, composte dalla religiosità popolare per ogni tipo di pianta.



Le operazioni di raccolta delle erbe iniziano con l'osservazione giornaliera della crescita delle piantine. L'intento è quello di identificare e selezionare le piante migliori: queste possiedono proprietà medicinali più efficaci. Il giusto stadio di crescita il "tempo balsamico" viene raggiunto, in genere, attorno all'epoca della fioritura. Un ulteriore stadio di maturazione può essere necessario per raccogliere frutti o semi. Il momento preciso della raccolta deve essere determinato con accortezza, in relazione al ciclo lunare e, soprattutto, alle condizioni meterologiche. Un eccesso di piogge o di siccità può danneggiare irrimediabilmente le preziose virtù delle piante. La raccolta vera e propria richiede altrettanta cura e competenza. Le parti da prelevare variano da essenza a essenza.

In tutti i casi la massima attenzione deve essere prestata all'integrità della pianta, o delle sue parti utili, per non rischiare di rovinare il prezioso raccolto. L'ultima operazione fondamentale è la conservazione. Tecniche di efficacia millenaria sono utilizzate per tale scopo: per la maggior parte rientrano nell'ambito dell'essiccazione. Un procedimento, questo, che elimina l'acqua della pianta senza disperderne le proprietà fisico-chimiche. Appese in ambienti asciutti ed arieggiati, al riparo dalla luce diretta, le erbe subiscono lentamente quei cambiamenti che le preparano ad essere ridotte in salutari ingredienti medicinali.

L'uomo e le erbe medicinali
Il saper raccogliere, trasformare ed impiegare le erbe per curare era un patrimonio di conoscenze che, trasmesso per via orale, dava ricchezza e potere alla guaritrice o al guaritore. Uno dei segreti più gelosamente custoditi riguardava i luoghi, i tempi, le tecniche di raccolta -spesso rituali- delle erbe più attive contro le specifiche malattie. Era questa una virtù che, pur esercitandosi in ambiti marginali, fin dal VI secolo venne combattuta dagli organi del potere, quando l'aspetto rituale assunse connotati esasperati. Addirittura alcune guaritrici finirono per essere considerate "streghe" durante il periodo dell'Inquisizione. Il ruolo delle erbe medicinali, comunque, si è mantenuto vivo in ogni tradizione locale, ed è stato fondamentale per la salute dell'uomo fino ad oggi, malgrado l'"uso scientifico" ne abbia sminuito le peculiari caratteristiche di naturalità.

Le preghiere

La raccolta della camomilla
La camomilla, gran farmaco per gli occhi malati, si raccoglie sempre prima del sorgere del sole, pronunciando prima questa invocazione:
«Ti prendo, o erba, per la nubecola bianca della pupilla e per il dolore agli occhi, affinché tu possa prestarmi soccorso».
Dopo la si porta appesa al collo.

La raccolta del ciclamino
I tuberi di ciclamino per guarire i dolori di milza si raccolgono interi l'ultimo giovedì del ciclo lunare. Si va poi sulla soglia della stanza dove sta il malato e lì si tagliano in tre fette chiedendo a costui: «Che cosa taglio?». Ed egli deve rispondere: «La mia milza». Dopo di che si appoggiano le fette di ciclamino sulla parte malata e si dice: «Come si seccheranno i pezzi di questo ciclamino, così si seccherà la milza di questo malato».

La raccolta dell'ebbio
Prima di raccogliere l'ebbio, bisogna recitare ter novies - cioè ben 27 volte - l'invocazione propiziatoria: «Omnia mala bestia canto». (Io bestia declamo tutti i mali). Poi bisogna tagliarla tre volte vicino a terra con un ferro affilato, pensando intensamente, nel frattempo, alla malattia che si vuole guarire. Una volta tagliata, non la si deve guardare, ma la si deve sminuzzare e masticare stando di spalle.

La raccolta della mandragora
Per cogliere la mandragora scava intorno alla pianta, poi prendi una corda, legane un capo alla radice della pianta e l'altro ad un cane. Chiama poi il cane in modo che questo venendo verso di te strappi via la radice. Sta attento a far questo nelle notti di plenilunio e abbi l'accortezza di tapparti bene le orecchie, per non sentire l'urlo lacerante che la pianta emetterà al momento dello strappo.