Stirpium icones et sciagraphia: cum scriptorum circa eas consensv et dissensv: ac cæteris plæarisque omnibus qvæ de plantarvm natvra, natalibus, synonymis, vsu & virtutibus, scitu necessaria. Authore Dominico Chabræo med. doctore.

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Stirpium icones et sciagraphia: cum scriptorum circa eas consensv et dissensv: ac cæteris plæarisque omnibus qvæ de plantarvm natvra, natalibus, synonymis, vsu & virtutibus, scitu necessaria. Authore Dominico Chabræo med. doctore. Opera basata fondamentalmente sull’immagine, che viene messa in particolare evidenza anche senza l’uso del colore. Ad ogni disegno è associata una scheda descrittiva che, nonostante la brevità, consente all’autore di fare raffronti, parallelismi e riferimenti bibliografici. In meno di 600 pagine viene descritto un numero elevatissimo di specie, suddivise in 40 classi dove si associano criteri tanto tassonomici quanto pratici. Il testo è seguito da una sostanziosa appendice che si rivela una lunga lista di addenda. Le icone, pur nella notevole riduzione subita rispetto all’originale, si mostrano nel complesso aderenti alla realtà. Interessante anche la denominazione dei taxa, che risente quasi sicuramente dell’influsso di Bauhin, di cui Cabreo era stato allievo. La prima classe è quella delle pomifere e delle pere, dove alle moderne Pomoideae l’autore associa agrumi, fichi, frutti esotici, banane. Nella terza inserisce tutte quelle specie i cui frutti vanno sotto il nome di noci, associando tanto la noce di Juglans regia quanto la noce moscata, l’avellana, il cacao, i pistacchi, la noce vomica, il cotone, le palme. Seguono la classe delle piante aromatiche (alloro, lauroceraso, chiodi di garofano, cannella, cannella cassia, sandalo, sassofrasso, ecc.), dei piccoli frutti bacciformi, delle baccifere spinose, delle glandifere, degli alberi selvatici, delle resinifere, delle siliquifere, e via, via tutte le altre, dalle frumentacee alle bulbose, alle capsulifere, alle capitate, alle corimbifere, alle umbellifere, alle verticillate, alle rotundifolie, alle maligne (sic!) e velenose, alle crassifolie e succulente, alle sassatili e capillari (felci), alle idrofite d’acqua dolce, alle idrofite marine (in cui vengono inserite specie anomale come coralli e spugne evidentemente ritenuti vegetali), e per ultimi gli excrementa terrae, come funghi e tuberi. In mezzo a quella che oggi può apparire una caotica accozzaglia di specie, si deve vedere, invece, un tentativo di inquadrare tassonomicamente l’elevato numero di specie prese in considerazione, qualcosa come 3500. E’ facile vedere come alcune famiglie odierne hanno mantenuto la denominazione di allora e il nucleo più sostanziale delle specie.


Alcune immagini del libro