Tacuini aegritudinum et Morborum ferme omnium corporis humani, cum curis eorundem.

Medicina


Tacuini aegritudinum et Morborum ferme omnium corporis humani, cum curis eorundem. Questa importante edizione del 1532 contiene la traduzione dall’arabo in latino di una celebre opera tramandata del medico Buhahylyha, vissuto tra l’undicesimo ed il dodicesimo secolo in Asia Minore. L’editore Giovanni Scoto inserisce nelle prime pagine anche una prefazione che si rifà al "De utilitate et praestantia herbarum" del Brunfels che si stava stampando nello stesso anno; la dedica dell’opera di Buhahylyha è per il re "cristianissimo" Carlo I. La base di tutto il Tacuinum sono alcune tavole fondamentali che tracciano lo sviluppo dei capitoli descrittivi, contenenti i vari canoni (norme e regole) per l’intervento e le cure. La tavola morborum et aegritudinum è sapientemente sviluppata in questa maniera: il primo riquadro è dedicato alla patologia (prendiamo l’esempio dei "morbi labiorum et dentium"), il secondo ed il terzo all’esame obiettivo (fissura labiorum, haemorroidae labiorum), il quarto, il quinto ed il sesto ai sintomi (dolor dentium ex caliditate, dolor dentium ex frigiditate, corrosio dentis), il settimo alle conseguenze (cavatio dentium, labiorum pustulae, stupor dentium, cioè l’insensibilità del dente). La tavola dedicata alle medicine mortali è organizzata con un riquadro dedicato al nome (prendiamo il caso del poculum calcis & arsenici), un altro che comprende l’indicazione geografica, il tempo e l’età (nel nostro caso sempre universale) quindi la causa (per la velenosità): Il riquadro successivo ci riferisce il sintomo (brucior di stomaco, torsione e ulcera dell’intestino). La cura indicata in questi casi è sempre la "evacuatio" che nel caso nostro sarà provocata dal vomito con acqua calda e olio di sesamo, mentre la cura "regalis" o "levis" saranno effettuate con base di olio mandorla. Nei capitoli della "cura communis" leggiamo che l’oleandro potrebbe far morire uomini ed animali e che il suo sapore amaro può essere occultato soltanto dal succo d’aloe; nelle varie maniere di affrontare i postumi del vomito da intossicazione c’è anche il suggerimento di un bagno dopo essersi cosparso il ventre di molta acqua tiepida.


Alcune immagini del libro