Dettaglio libro
Phantastica droghe stupefacenti ed eccitanti. Traduzione sulla 2° edizione tedesca a cura del dott. Alessandro Clerici.
Farmacia
Il trattato Phantastica, droghe stupefacenti ed eccitanti, di Luigi Lewin, conservato presso la Biblioteca Antiqua Aboca, è la traduzione dalla seconda edizione tedesca, effettuata da Alessandro Clerici nel 1928. E’ uno studio completo, preciso ed aggiornato di tutta la delicata materia degli stupefacenti, che l’Autore affronta con una lunga prefazione. Annuncia che parlerà di tutte quelle sostanze che possiedono un’azione diretta sul cervello, facendo assumere delle forme insolite alle sensazioni dell’uomo, alla sua volontà ed alla sua intelligenza. Le sostanze chimiche che sono in grado di provocare questi mutamenti appartengono per la maggior parte al regno vegetale. "Allorché vengono poste in contatto con il cervello provocano delle manifestazioni di energia meravigliose" mutando le sensazioni. Accenna alla necessità di effettuare nuove ricerche in quanto l’analisi dei prodotti "esilaranti"costituisce uno dei capitoli più difficili dell’intera farmacologia. Dopo l’introduzione con notizie di carattere generale affronta il capitolo dei narcotici con una divisione delle sostanze in sitematiche, narcotiche ed eccitanti. Tratta le sostanze "euforiche" oppio, morfina, codeina e derivati, coca e cocaina analizzandole dal punto di vista storico e scientifico; approfondisce con interesse il capitolo dedicato alle droghe provocatrici di illusioni dei sensi, chiamate "phantastica", parlando dell’anhalonium lewinii, della cannabis indica, dell’ovulo matto e delle solanacee (giusquiamo, stramonio, hiosciamus). Prosegue con gli inebrianti, come l’alcool, con la cloroformomania, l’etromania, l’ebbrezza da benzina e con gli ipnotici chimici. Il capitolo degli eccitanti ci propone considerazioni sul betel, sul caffè, sul the e sulla kola, sul cacao e sul tabacco. Su quest’ultimo c’è un’analisi completa sulla storia e sull’uso di questo vegetale con le differenziazioni delle conseguenze derivate dal fiutarlo, masticarlo e fumarlo. Ma la pianta sulla quale Lewin ha veramente approfondito la ricerca è la Kawa o piper methisticum, il pepe inebriante. Si tratta di una pianta narcotica che cresce a 150 metri di altitudine e che viene sfruttata soprattutto per la radice. La distribuzione geografica va dall’Australia alla Nuova Guinea, dalle isole Salomone alle isole Fidji. L’uso indigeno tradizionale di questa pianta è stato lungamente ostacolato dai missionari di varie religioni che si sono nei secoli prodigati in violente crociate. Le pagine originali allegate 264, 265 e 269 propongono a chi è interessato un approfondimento sull’uso e sulle sostanze attive di questo vegetale.