Prodromo della flora toscana. Ossia catalogo metodico delle piante che nascono salvatiche in Toscana e nelle sue isole, (...). Di Teodoro Caruel.

Flora


Prodromo della flora toscana. Ossia catalogo metodico delle piante che nascono salvatiche in Toscana e nelle sue isole, (...). Di Teodoro Caruel. La lunga prefazione dell’Autore presenta le metodiche di lavoro seguite nel mettere insieme quest’importante trattato. L’intenzione è di compilare un succinto catalogo della flora toscana precisando "l’indicazione sommaria dell’abitazione delle piante"; ma ben presto Caruel si accorge di avere a disposizione soltanto un elenco di piante rare e particolari, mentre quelle comuni sono state poco considerate da tutti gli importanti studiosi che lo avevano preceduto. Ammette che i vari Targioni, Micheli, Vitman, Savi, Moris e De Notaris hanno fatto un lavoro importantissimo di catalogazione, ma il loro lavoro si è anche limitato ai dintorni delle città ed ai luoghi facili da raggiungere, mentre le zone impervie sono state poco erborizzate. Le collezioni di piante secche, inoltre, non gli sono state d’utilità, essendo molte di queste andate perdute e molte rese inutilizzabili per il deterioramento. Iniziano a questo punto lunghe considerazioni di carattere geografico. La Toscana è sostanzialmente un paese montuoso: le vette della Lunigiana, della Garfagnana e delle Alpi Apuane si elevano dai 1500 ai 2000 metri, poco più di mille metri nella Valtiberina, il Mugello, il Casentino e la Toscana inferiore. I fiumi hanno molta importanza nella divisione geografica e nella creazione di terreni diversi per la vita d’alcune piante e così pure i pochi laghi, gli stagni e le paludi. Più importanti le isole principali: Elba, Giglio e Montecristo. Le pianure sono poche: il piano di Sansepolcro, la Val di Chiana, di Pistoia e Val di Nievole. I terreni sono di quattro tipi: silicei, argillosi, magnesiaci e calcarei. Nella distribuzione delle famiglie botaniche (che Caruel chiama ordini naturali) segue le indicazioni di De Candolle. Segue la legge dell’anteriorità nella nomenclatura, citando la prima edizione delle Species plantarum di Linneo. Subito dopo viene la citazione dell’opera dove la pianta è stata nominata la prima volta; quindi sono elencate le altre opere in ordine di data. Dopo il nome ed i sinonimi viene l’indicazione geografica e della stazione. Per ultimo è segnalato il tempo della fioritura. Ad esemplificare tutto questo, è interessante esaminare come viene presentata, tra le piante medicinali, la valeriana alle pagine 322 e 323, oppure, fra le piante comuni, la gramigna alle pagine 710 e 711.


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