Le musée des sorciers, mages et alchimistes par Grillot de Givry.

Fisiognomia - Chiromanzia - Astrologia - Magia


Le musée des sorciers, mages et alchimistes par Grillot de Givry. Nella prefazione Grillot de Givry ci spiega i motivi che lo hanno spinto alla pubblicazione di questo libro, che, oltre a essere un saggio critico, diventa anche una specie di biliografia specializzata delle scienze occulte. Non esistono altri testi simili sulle scienze segrete, conferma de Givry, perché "la maledition" che li avvolge contribuisce in larga misura ad impedirne la diffusione. La sua opera è un trattato e, nello stesso tempo, una raccolta iconografica dell’occultismo, riassumendo i testi più importanti della collezione dell’Autore ed altri messi a disposizione da importanti Biblioteche francesi. L’opera si divede in tre libri, il primo dedicato agli stregoni (sorciers), il secondo ai maghi, il terzo agli alchimisti. Nei capitoli dedicati alle forze demoniache Grillot de Givry comincia passando in rassegna il modo della stregoneria e la preparazione del sabba, che, nella tradizione franco-germanica medioevale, è il convegno di streghe e demoni che si riunivano di notte per celebrare una festa in onore del diavolo. Poi la presenza dei demoni nella vita dell’uomo con i patti ed i possessi demoniaci, la "necromancie" (evocazione dei defunti), i sortilegi, i filtri d’amore ed il castigo dei demoni. Il secondo libro è un’interessante saggio sulle varie arti impiegate dai maghi nella loro attività: chiromanzia, cartomanzia, tarocchi, talismani, rabdomanzia, metodi divinatori vari come la metoscopia (arte di congetturare le future vicende o l’indole di ognuno dalle linee del volto), molto vicina alla fisiognomica classica. Il terzo libro è interamente dedicato all’alchimia con le dottrine segrete e la descrizione dei laboratori, del materiale e delle operazioni alchemiche. Straordinaria l’osservazione sull’attività degli alchimisti inesperti, i quali senza regole e senza conoscere "la valeur des symboles", distruggevano delle fortune nei loro forni. Erano chiamati "souffleurs", dall’inutile e sregolato soffio che producevano con i mantici attizzando il fuoco. Le immagini del libro sono la riproduzione della miglior iconografia su questo tema: nella pagina 429 riprodotta in allegato il titolo è "Il vero laboratorio d’alchimia", con una scena animata ed un’ambientazione ricca di oggetti e simboli ed a pagina 425 l’ironica vignetta incisa da van Sasse raffigurante. Il Marchese di Forza Natura in abito da laboratorio, possessore della quint’essenza degli stolti.


Alcune immagini del libro