PICO della MIRANDOLA Giovanni Francesco - Italia - 1463-1494


PICO della MIRANDOLA Giovanni Francesco Nativo di Mirandola nel 1463, studia diritto canonico e teologia nelle università di Ferrara, Padova, Pavia e Firenze, dove si immerge nella cultura umanistica conoscendone i principali rappresentanti come il Poliziano e Lorenzo de Medici. Dopo aver trascorso un periodo di collaborazione con l’Accademia fiorentina dei platonici ed un breve soggiorno a Parigi nel 1485, ritorna in Italia per dedicarsi allo studio della cultura orientale, studiando caldaico ed ebraico. I suoi studi enciclopedici lo portarono a scrivere novecento "Conlusiones" d’impostazione platonica, subito osteggiati dalla Chiesa tanto da essere considerato eretico ed imprigionato. Trova rifugio presso Lorenzo il Magnifico, dove riesce in tranquillità a scrivere le sue opere: "Apologia", a difesa delle Conclusiones, "Epistolae", che sono dei suggerimenti al nipote. Il suo pensiero non è sistematico, ma è spesso poetico più che filosofico, risentendo molto della corrente neoplatonica del suo tempo. La vita e le forze della natura possono anche essere controllate dall’uomo, ricorrendo magari alla magia. Ecco l’"Eptalo", spiegazione a suo modo de misteri della genesi del mondo; parla della cabala che racchiude tutti i misteri della religione cristiana e le filosofie antiche ed indica l’uomo come la creatura creatricce, simile a Dio nelle opere "De hominis dignitate" e "De Ente et Uno". Pico della Mirandola è ricordato per la memoria e l’intelligenza straordinarie di cui era dotato, tanto da essere proverbiale. Muore a Firenze nel 1494: alla fine della sua vita movimentata scrive una lirica piena di sentimento e malinconia intitolata "Felice è chi de vita è spento in cuna".

Opera principale:

Interessi botanici: Personaggio di cultura eclettica ed enciclopedica, non ci ha lasciato opere che riguardano direttamente il mondo vegetale.