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Opuscula posthuma.
Medicina
Scritto in lingua latina e pubblicato postumo nel 1825, è un interessante libro di dissertazioni su argomenti che il Frank aveva trattato nelle sue molteplici esperienze ospedaliere. Non possiamo dimenticare che nella sua carriera si era soprattutto dedicato alla medicina sociale e pubblica, organizzando un controllo sanitario sul territorio e scrivendo il primo trattato generale di sanità pubblica, il Medicinisce Polizey, che trattava igiene matrimoniale, demografia, malattie infettive e controllo degli alimenti. L’obiettivo di quest’opera era: "impedire i mali per mezzo di sagge ordinanze". Esaminando quindi gli Opuscula posthuma, restiamo sorpresi dalla conoscenza profonda di altri settori della medicina, pur sapendo che il Frank aveva sempre anche esercitato praticamente la professione. L’introduzione è fatta dal figlio Giuseppe, che si era accollato le spese per dare alle stampe, a Pisa, i trattati che il padre gli aveva lasciato inediti. Sono quattro parti così divise: la prima è una conferenza tenuta all’Arciginnasio Ticinense nel 1793 ed è di argomento chirurgico. Tratta di un’operazione al piede, verosimilmente il taglio di un tumore o di un’escrescenza.. La seconda è una conferenza sull’opera di Ippocrate, maestro che "poco è vissuto ma ha lasciato molto"; la terza è un frammento di interpretazioni cliniche di carattere cardiologico e ginecologico. La quarta è estremamente interessante perché affronta con modernità un argomento poco trattato che è quello delle malattie del sistema nervoso con riferimenti alla vertigine, all’apoplessia ed alla paralisi. Le pagine allegate sono relative alla vertigine, che il Frank chiama "phoenomenon frequentissimum, haud modo solum apud hominem, sed apud animalia quoque.." Si sofferma sulla descrizione della malattia e sulle cure inadatte che vengono effettuate per porvi rimedio, proponendo studi e trattamenti scientifici nuovi ed adeguati.